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al testo di Rosetta Sacchi
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Avvezzi ad ascoltar le altrui doglianze si vince il giorno sopportando stenti e a sera non si confida nel miracolo ma in una forza nuova che sul viso sveli dell’anima il vigore ed in un agile pensiero risollevi con un fremito il corpo ignavo.
Ma quando l’equilibrio prende a vacillare al culmine d’una goccia sopra l’orlo ed il cedimento affiora e si palesa in segni più frequenti e più marcati tra la folla d’anime cospicua _soccorsa con moniti e con sproni_ non c’è nessuno pronto ad elargire quel bene che a iosa ha ricevuto.
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